Storia della 190 SL
1954 – Nasce un sogno su quattro ruote.
Nel 1954,l’importatore ufficiale della Mercedes-Benz negli Stati Uniti, Max Hoffman, aveva sollecitato la casa di Stoccarda a mettere in progetto una vettura che mantenesse il carattere sportivo della 300 SL ,ma fosse meno spinta e di media cilindrata: insomma più accessibile per un pubblico più ampio. Queste furono le premesse che motivarono la progettazione e la produzione della 190 SL che beneficiò anche, come nuova nata, di alcune innovazioni già introdotte nelle berline 180. All’inizio del 1954 sbarcarono a New York due prototipi della nuova Mercedes 190 SL, definita da turismo a due posti; uno di essi proseguì in aereo per Los Angeles. Uno dei due prototipi era in versione Roadster con una presa d’aria dinamica sul cofano, un singolo piccolo parabrezza per il guidatore, portiere a profilo ribassato e senza cristalli. Le nuove vetture esposte raccolsero unanimi consensi convincendo l’importatore a sollecitarne la produzione in serie in Germania e impegnandosi ad acquistarne 200 al mese. Le strutture produttive necessarie furono pronte soltanto un anno dopo e nel marzo 1955, la 190SL, fu presentata al salone di Ginevra in veste definitiva, molto diversa dai due prototipi “americani”: era di linea più signorile e meno aggressiva, il cofano era meno spiovente sulla calandra, il paraurti anteriore era più avvolgente e non era divisa in due parti, i caratteristici baffi spuntarono anche sui passaruota posteriori. In maggio la produzione era avviata. L’offerta si concretizzava in due modelli Roadster (in realtà cabriolet data la presenza di cristalli ascendenti nelle porte, e coupé che si distingueva dal cabriolet per un tettuccio rigido amovibile in sostituzione della capote di tela e per i profili cromati sui baffi. Era anche possibile ottenere il Roadster in versione alleggerita: una trasformazione sportiva simile al prototipo Roadster originario, con porte in alluminio, lunetta di plexiglass sul parabrezza e senza cristalli laterali (di questa versione vennero prodotti 17 esemplari). In realtà le portiere in alluminio andarono poi ad equipaggiare tutte le versioni di normale produzione. Il prezzo attorno ai 16.500 marchi contro 29 mila della 300 SL era abbastanza alto; infatti in Italia una parimenti prestigiosa Ferrari 250 Gran Turismo, costava solo il 37% in più mentre vetture paragonabili, come la Lancia Aurelia 2500 GT o l’Alfa Romeo 1900 Super Sprint costavano il 25% in meno. Ciononostante il successo fu immediato e continuò fino a tutto il 1962. Quindi nella primavera del 1955, anche sull’onda del grande successo di Stirling Moss che, al volante di una mercedes 300 SLR, aveva vinto a tempo di record la Mille Miglia,inizia la produzione in serie della 190 SL, sorella minore della famosa 300 che tanta ammirazione aveva destato sulle strade d’Italia. Desideratissima, ma costosissima, la 300 SL rimaneva un sogno per la maggior parte dei suoi ammiratori. La Mercedes-Benz, al momento della nascita della 190 SL, contava 46.226 dipendenti e produceva 63.683 veicoli all’anno con una automazione, nel 1956, del 67% degli impianti produttivi; era quindi impegnata in uno sforzo di rinnovamento e di crescita. La 190 SL ereditò, come già accennato, alcune innovazioni tecniche: il nuovo pianale irrigidito dal tunnel centrale e da vari elementi scatolati longitudinalmente e trasversali e il telaio ausiliario anteriore, sul quale era montato il gruppo motore – cambio, ancorato su tre punti ammortizzati da grossi tamponi in gomma. Si otteneva così un sistema indipendente e isolato acusticamente dalla scocca. Era una scelta che privilegiava il comfort di marcia e indicava chiaramente la volontà, da parte dei progettisti, di produrre una vettura da turismo sportivo, che permettesse di percorrere le rilevanti distanze su strada abbastanza velocemente, ma senza eccessiva fatica per il pilota e passeggero questa impostazione andava però a scapito della sportività, cioè della possibilità di prevedere esattamente il comportamento del veicolo in condizioni estreme sotto la spinta di un propulsore molto potente (i tamponi di gomma deformandosi elasticamente infatti introducevano dei giuochi indesiderati o imprevedibili. Ecco quindi la necessità di dotare la 190 SL di un propulsore non eccessivamente potente e di media cilindrata. Se infatti sul prototipo venne dapprima montato il sei cilindri di 3 litri della 300 poi si votò per un moderno quattro cilindri da 1.897 centimetri cubici, leggermente super quadro anziché a corsa lunga, con valvole e albero a cammes in testa, e in grado di sopportare regimi elevati. Era così nata una nuova generazione di motori.